Gita scolastica delle quinte. Si discute delle uscite serali. A un certo punto, uno studente sbotta: «Insomma, siamo qui per divertirci. Sono maggiorenne e faccio quello che mi pare». Gli insegnanti provano a replicare. «Sei qui innanzitutto per imparare. E non sei per conto tuo, ma con compagni e docenti. Fai quello che si decide insieme». Lo studente reagisce con offese e improperi. Fino ad una frase fantastica: «Ho già comprato il biglietto per un concerto e andrò a vederlo. Con il vostro consenso o senza». Seguono altri episodi, fra i quali una fuga dall’albergo senza autorizzazione. Nel frattempo il padre, unico tra tutti i genitori, pensa bene di scrivere una mail per lamentarsi del viaggio, ma senza fare cenno ai comportamenti del figlio. Al rientro, la scuola adotta un severo provvedimento disciplinare, garantendo comunque il supporto di insegnanti e psicologi. Il rispetto degli altri e delle regole deve diventare la priorità nel lavoro con i ragazzi. Altrimenti cresceremo Bambini-Re, incapaci di guardare oltre il proprio ombelico.