«Se i genitori stessero fuori dalla scuola, bambini e ragazzi crescerebbero meglio».
«Ci sono troppi insegnanti che non sanno fare il loro mestiere e andrebbero licenziati».
«Mio figlio è stato interrogato e ha preso quattro, ma non se lo meritava. Questa insegnante ce l’ha con lui. Cosa pensa di fare?». «Mi scusi, ma lei come sa che suo figlio non meritava il quattro?». «Anche i suoi compagni erano d’accordo. Poi lo mando a ripetizione da una prof che dice che le cose le sa».
«Le famiglie dei ragazzi difficili non si trovano mai».
«Le segnalo che un professore spiega poco. Un’amica di mia figlia di un’altra sezione ha detto che sono molto più avanti».
«I genitori non dovrebbero avere voce in capitolo. E nemmeno gli studenti. Altrimenti noi che abbiamo studiato a fare? Basta con questa presunta democrazia che non rispetta le competenze».
Sono solo alcune delle cose che si ascoltano. Anche se, in molti altri casi di cui si parla poco, famiglia e scuola hanno ottimi rapporti. Proviamo a mettere ordine.
Primo. La libertà di insegnamento riconosciuta in Costituzione è un valore da salvaguardare. Nell’interesse di tutti. Libertà di insegnamento però non vuol dire arbitrio. Il mondo della scuola, come qualunque altro, dovrebbe rispondere di quello che fa.
Secondo. Studenti e famiglie devono poter esprimere il loro punto di vista. Le loro segnalazioni possono aiutarci a vedere ciò che non funziona e a migliorarci.
Terzo. Nella scuola le decisioni ultime deve prenderle la scuola, in base a ruoli e competenze di ognuno, ma dopo un processo di ascolto di tutte le sue componenti.
Quarto. Una scuola moderna non può più fare solo trasmissione di conoscenze disciplinari, ma educazione a tutto campo. Non è un caso che negli ultimi anni, sia pure in modo discutibile, si è voluto sottolineare il peso del comportamento e dell’educazione civica.
Scuola e famiglia dovrebbero collaborare, ma sono istituzioni autonome, che possono ispirarsi a valori diversi, un pluralismo che aiuta la crescita dei nostri ragazzi. Basta che l’una non getti discredito sull’altra.
15 Maggio 2025 alle 17:02
“Scuola e famiglia dovrebbero collaborare, ma sono istituzioni autonome, che possono ispirarsi a valori diversi, un pluralismo che aiuta la crescita dei nostri ragazzi. Basta che l’una non getti discredito sull’altra.”
Giusto, più che giusto, ma un solco è stato creato negli anni (e sarebbe interessante approfondire come è successo, secondo me a partire dagli anni 90) , viviamo in un tempo in cui lo sport nazionale è gettare discredito sulle istituzioni e sulla cultura.
Il danno è notevole ed evidente, perché in questo loop negativo in cui i genitori diffidano dei professori ed i professori si difendono dai genitori, ormai nessuno ascolta nessuno e soprattutto viene meno la fiducia, che è condizione irrinunciabile in ogni azione educativa. In questa situazione il lavoro degli/delle insegnanti risulta appesantito e lo spaesamento di alunni/e rende più ansiogeno il loro crescere.
Perciò le domande sono:
– a chi tocca iniziare a creare ponti, momenti di contatto, scambio, ascolto autentico e privo di pregiudizi? Secondo me, oggi spetta alla scuola, a partire dalla definizione chiara dei ruoli di ciascuno
– come si possono creare le condizioni per ripristinare quell’irrinunciabile patto educativo che dovrebbe essere a fondamento della scuola come spazio privilegiato per una crescita serena di ragazzi e ragazze?
Voi state facendo molto in questo senso, ma bisognerebbe disseminare la vostra esperienza