Insegnanti e studenti sono in vacanza. Ma la scuola no. Mille cose succedono ancora a luglio e agosto e qualcuno deve seguirle. Preside, vicepresidi, direttori amministrativi, personale di segreteria, custodi. Per chi dirige una scuola, le ferie sono molto limitate. Di persona o a distanza siamo sempre connessi per gestire quello che capita. Perché a settembre tutti rientrano e trovano la scuola “pronta”. Ma qualcuno d’estate deve lavorare perché sia così. Dovremmo riflettere di più su questo.
Poi c’è un altro tema, forse più importante. Non ci sono solo le questioni pratiche, amministrative. A settembre occorrerebbe anche sapere quale scuola mettere in campo. Ma le idee devono maturare prima, nelle settimane e nei mesi precedenti, altrimenti partiremo al solito al buio e saremo sommersi dalle mille emergenze. Lo stiamo facendo? Ci stiamo preparando all’anno che arriva con propositi, proposte e progetti nuovi? Stiamo ragionando sulle priorità alle quali vogliamo dedicarci? In genere no, questa è la verità. Arriviamo tutti a fine anno stanchissimi e non abbiamo la forza di pensare. Ma dovremmo farlo.
Sì, so quello che si dice. Le persone di scuola parlano sempre di scuola. In casa, con gli amici, a cena, durante le vacanze. E gli altri non ne possono più. Hanno ragione. Però forse potremmo trovare un equilibrio. Proviamo tutti un po’ a staccare e a lasciare in pace i nostri cari. Leggiamo un buon libro, parliamo di altro, facciamo altro. Distraiamoci.
Però ogni tanto, di nascosto, quando nessuno ci vede, alla scuola pensiamoci. Riflettiamo su come è andata lo scorso anno e su come vorremmo che andasse. Su quello che ci sta a cuore e a cui ci piacerebbe dedicarci. Su cosa possiamo cambiare per far stare meglio i nostri studenti e noi stessi.
In realtà le vacanze sono un momento ideale per pensare alla scuola. Perché siamo più rilassati e perché a distanza le cose si vedono meglio. Per questo, approfittiamone per riposarci. Ma cerchiamo di tornare a settembre carichi di idee ed energie nuove. Gli studenti ce ne saranno grati.
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