Le parole di Gaia, 16 anni, raccontano molto meglio delle mie quello che sta capitando ad alcuni ragazzi.
«Ho cercato di evitare quest’argomento per tanto tempo, troppo, per tutto l’anno scorso in qualche modo sono riuscita ad ignorarlo, sviandolo e ingannandomi perché davvero l’unica cosa che volevo era seppellirlo il più profondamente possibile, in modo che nessuno lo scoprisse. È servito a poco a dire la verità, ma mi rendo conto che solo ora sono pronta a parlarne. Ho deciso di farlo prima di tutto per me, perché poi diventa insostenibile continuare a tenersi ficcata nella carne una spina dolorosa, nonché inutile; voglio parlarne anche perché, purtroppo, ho visto di recente tante persone che sono come io ero, anzi peggio. In Italia due milioni di giovani soffrono di anoressia e altri disturbi alimentari… Durante la pandemia e per colpa del lockdown i casi sono aumentati del 30%. Posso confermare che la chiusura è stata dura… Non ricordo assolutamente quale fu il fattore scatenante, ricordo solo che ad un certo punto ho semplicemente iniziato a diminuire, togliere, e fare tanto sport, come non ne avevo mai fatto prima…Mi sembrava di stare bene e invece era il contrario. Immagino sia questo quello che intendono quando dicono che chi ha sofferto di un disturbo alimentare tende a voler ritornare al suo periodo peggiore, perché ti è sembrato il migliore…. In un certo senso avevo uno stile di vita molto più salutare: stavo massimo tre ore al telefono al giorno, andavo a correre e/o nuotavo tutti i giorni, leggevo un sacco, avevo un’ispirazione per essere la versione migliore di me stessa nel futuro, avevo dei sogni. Però non mangiavo. E stavo male e soffrivo ogni giorno per quella maledetta sensazione. E quando mangiavo volevo morire. E non voglio più sentirmi così, mai più. Perché adesso mi rendo conto che non lo merito e che nessuno lo merita… Non auguro nemmeno al mio peggior nemico di provare ciò che una persona con disturbi alimentari passa tutti i giorni. Se chi legge si trova in questa situazione, o conosce persone che potrebbero trovarvisi, siate gentili con voi stessi e con gli altri, prestate attenzione ai dettagli e abbiate pazienza, soprattutto non perdete la speranza, perché anche io ci credevo poco, ma c’è una via d’uscita».