«Buongiorno, lei è Babbo Natale?». «Si, che regalo desidera?». «Vorrei una scuola diversa». «Diversa come?». «La vorrei libera». «Non si può. La scuola ha le sue regole, i suoi programmi, le sue procedure. Da rispettare rigidamente. Altrimenti sarebbe l’anarchia, il caos. Lei vuole il caos?». «Allora la vorrei colorata». «Colorata proprio no. La scuola deve essere grigia». «E perché?». «Perché se non è grigia, non è seria. Il colore vi fa diventare meno autorevoli». «E una scuola solidale?». «Non è una buona idea, ognuno deve pensare a sé stesso. Gli altri sono un pericolo, una minaccia. Non legge i giornali?». «Allora vorrei almeno una scuola dove si sta bene tutti. Studenti, insegnanti, personale Ata, preside». «Mi spiace, non è possibile». «E perché?». «Perché la scuola deve essere sacrificio e sofferenza, altrimenti non ci si prepara alle dure prove della vita». «Vabbè, allora lasciamo perdere». «Lorenzo, lo sai che oggi ho incontrato Babbo Natale?». «Papà, ma ancora credi a Babbo Natale e ai suoi regali? Non sai che le cose bisogna conquistarsele?».