Con le risorse del PNRR nella scuola stanno arrivando fiumi di soldi. Si parla non di migliaia di euro e nemmeno di decine di migliaia di euro, ma di centinaia di migliaia di euro. Per innovare le tecnologie e gli spazi di apprendimento. Personalmente credo che cambiare la tecnologia e gli ambienti cambi la scuola e infatti al Marco Polo abbiamo fatto e stiamo facendo moltissimi investimenti su questo. Ma in questa storia di adesso qualcosa non torna.
Queste risorse forse non durano nel tempo, ma poteva essere l’occasione per avviare uno dei cambiamenti che il mondo della scuola richiede da tempo.

1. Aumentare gli stipendi di docenti e Ata
2. Ridurre il numero di alunni per classe
3. Aumentare gli organici, quelli ordinari e quelli funzionali, che consentono di migliorare la didattica e l’organizzazione delle scuola
4. Introdurre figure di sistema (progettisti, psicologi, architetti, ecc) che ci aiuterebbero davvero a cambiare le scuole

E poi una considerazione. Gli ambienti innovativi vanno benissimo. Ma se, noi e gli enti locali, pensassimo anche a sistemare le basi delle nostre strutture scolastiche? I bagni fatiscenti, le tubature vecchie, i soffitti che crollano, porte e finestre rotte, ecc. ecc.
Perché (e lo dico anche per la mia scuola) va bene tutto, vedere fantastici monitor interattivi fa figo, ma se poi tiri lo sciacquone del wc e l’acqua non viene giù, siamo di fronte a una società che non si prende cura delle persone nel modo giusto. Anche i fighi hanno il dannato vizio di andare in bagno.