Per la giornata dell’8 marzo uno studente ha pensato di scrivere una lettera a tutte le donne e mi ha chiesto il permesso di diffonderla a scuola, permesso che naturalmente ho dato. Così, in giro per le aule, abbiamo letto frasi come queste. «La Festa della Donna è una giornata in cui ci si concentra sulla lotta per i diritti delle donne e sulla loro importanza nella società…. Non importa se oggi non hai ricevuto una mimosa, ciò che conta è che tu ti senta apprezzata, rispettata e amata per ciò che sei. Ti meriti di essere celebrata per le tue capacità, per le tue qualità, per il tuo coraggio e la tua determinazione. Che tu sia una madre, una figlia, una sorella, una nonna, un’amica o una collega, ti ringrazio per tutto ciò che fai ogni giorno per migliorare il mondo in cui viviamo… Quindi, anche se non ho una mimosa da regalarti, voglio dirti che sei importante e che il tuo contributo alla società non può essere ignorato…. Siate orgogliose di voi stesse e di tutto ciò che avete fatto e continuerete a fare per il mondo».

Una professoressa lo ha ringraziato e lui ha risposto così. «Gentile professoressa… Sono convinto che in momenti come questi sia importante sostenerci a vicenda e diffondere un po’ di gentilezza e gratitudine. Grazie per il lavoro che svolgete ogni giorno e per l’impegno che dedicate alla formazione dei giovani. Siete veramente degli eroi, specialmente in questi tempi difficili».

Ripensavo a queste parole mentre molti insegnanti sono impegnati nei viaggi di istruzione. Si assumono una responsabilità alla quale non sono obbligati, rimanendo in servizio 24 ore su 24 senza alcun compenso aggiuntivo e facendo fronte a mille imprevisti. Tutti noi potremmo raccontare innumerevoli episodi, perfino accompagnamenti notturni in ospedale o in questura dopo incidenti o smarrimenti di documenti. In tanti si domandano chi glielo fa fare, ma la risposta è semplice, anche se suona retorica: lo fanno per il bene di bambini e ragazzi, per consentire loro di effettuare un’esperienza importante, specie dopo due anni di pandemia, nei quali queste esperienze sono mancate.

Ecco, il gesto che lo studente ha compiuto per la festa dell’8 marzo dovrebbero ripeterlo tutti i giorni le istituzioni e la società. Ricordarsi di ringraziare gli insegnanti per la loro dedizione. Perché davvero sono eroi che, tra mille difficoltà e pochissimi riconoscimenti, si prendono cura quotidianamente dei nostri figli.