A fine mattinata vado a fare una pausa con le mie vicepresidi. Di fronte al bar, sedute a un tavolo, troviamo alcune studentesse. «Buongiorno ragazze, cosa fate?». «Ci siamo fermate a scuola perché domani abbiamo compito di matematica. Ripassiamo insieme e poi lei ci rispiega alcuni argomenti». “Lei” è una studentessa bravissima e sempre disponibile ad aiutare i compagni, mi dicono le vicepresidi. Mi viene in mente quest’episodio riflettendo su come sarà la maturità di quest’anno. Va trovato un difficile equilibrio. Non si può non tenere conto dell’anno travagliato che stiamo vivendo, ma non si può nemmeno andare nella direzione di un “esame farsa”, che lasci il sapore di una sanatoria. Lo dobbiamo ai tanti ragazzi che si stanno impegnando, come quelli che abbiamo incontrato.
Per questo andrebbero eliminati tutti i vincoli per l’ammissione all’esame (tetto massimo di assenze, effettuazione prove Invalsi, numero minimo di ore di PCTO, ex alternanza scuola-lavoro). E dovremmo consentire di fare l’esame anche a studenti che presentino alcune giustificabili carenze. Ma, nel caso di una preparazione del tutto inadeguata, andrebbe lasciata al consiglio di classe l’autonomia di decidere la non ammissione. Per quanto riguarda la commissione, sarebbe opportuno che fosse confermata la composizione con membri tutti interni e presidente esterno. Solo gli insegnanti della classe sanno quello che è stato realmente fatto e possono gestire al meglio le prove d’esame in un anno così delicato. Nel 2020 è stato poi previsto solo il colloquio. Forse questa volta almeno una prova scritta potrebbe svolgersi, ma a condizione che venga formulata dalla commissione stessa. Poi facciamo in modo che non manchi una riflessione sull’esperienza della pandemia, nei suoi risvolti psicologici, sociali, culturali, economici. Potrebbe rientrare benissimo nella parte di Cittadinanza e Costituzione.
Un esame che apre alla vita adulta non dovrebbe consistere in puro nozionismo. Offriamo invece ai ragazzi un’opportunità per confrontarsi con i problemi del loro tempo ed esprimere il proprio punto di vista. È il momento di cambiare la scuola e i suoi riti. Anche quello della maturità. Se non ora, quando?