La madre di una studentessa telefona a scuola. Per un evento improvviso sono morti i nonni, che vivevano all’estero. Va comunicato alla ragazza di rientrare subito a casa perché devono partire. Un’insegnante la chiama, avendo la premura di non dirle tutta la verità. Abitano però molto fuori Firenze. Decide allora di prendere la macchina e accompagnarla a casa di persona, anche per starle vicino durante il tragitto.
Una ragazza deve fare una denuncia in Questura per maltrattamenti. Naturalmente è molto a disagio. Decidiamo che non può andare da sola. Liberiamo dalle lezioni l’insegnante a cui è più legata e la mandiamo con lei per sostenerla in questo difficile momento.
Uno studente cinese con serie difficoltà cognitive, oltre che linguistiche, ha genitori che non sono in grado di affrontare la situazione. Alcuni insegnanti se ne fanno carico. Contattano la Asl per capire quali procedure servono per attivare tutti i supporti possibili. Poi vanno con lui a fare una visita da uno specialista.
Un insegnante di sostegno segue un ragazzo con grave disabilità, va spesso a casa a trovarlo e fa i compiti con lui. Poi tiene i rapporti con i medici, promuove incontri con i compagni di classe, fa di tutto per tenerlo agganciato alla scuola, che per lui è uno dei pochi momenti di benessere e legame con la vita.
Studenti in difficoltà economiche. Molti professori si adoperano per far loro avere gratuitamente i libri di testo e raccogliere soldi per coprire le spese dei viaggi di istruzione.
Sono solo alcuni dei moltissimi esempi di insegnanti che fanno molto più di quello che dovrebbero. Si prendono cura dei propri studenti senza guardare l’orologio, né i mancati riconoscimenti economici. Lo fanno semplicemente perché hanno a cuore i propri bambini e i propri ragazzi. Umanamente, prima che scolasticamente.
Sono storie che non fanno notizia. Eppure, accadono. È un appello, alla stampa e alla scuola. Raccontiamole di più. Per rendere omaggio al lavoro di tanti insegnanti. E anche, semplicemente, per amore della verità.
20 Dicembre 2024 alle 11:13
….. e ai tanti insegnanti che lavorano così, con una umanità ed un altruismo che vanno ben oltre le loro competenze, sento di aggiungere il numero sempre crescente dei professori vessati, derisi e presi di mira da alcuni alunni in senso eufemistico e purtroppo concreto. Professori offesi nella loro dignità da gruppi capeggiati da patetici leaders alla ricerca di una pseudo identità che dia lustro all’immagine dello sbruffone e del coraggioso e dalla coorte dei loro adepti annoiati, vuoti e senza ideali.
La sfacciataggine e l’offesa non sono forza, tener testa a un superiore togliendogli il rispetto di fronte alla scolaresca non è coraggio , ma è la guerra che i deboli fanno a sè stessi per un attimo di vana celebrità ed un futuro che li vedrà emarginati e soli…
Rispetto e Responsabilità…due parole con la erre maiuscola. E mentre il rispetto manca a certi ragazzi spesso la responsabilità manca proprio a coloro che avrebbero dovuto insegnarlo il rispetto, minimizzando spesso sui loro comportamenti senza pensare che i “bruscoli” di oggi diventeranno le “travi” di domani.
Buon Natale, signor Preside, e grazie per darci questa opportunità di rendere visibili i nostri pensieri e di leggere nelle sue righe la serietà concreta del suo ruolo, la coerenza, la passione che la distinguono e che creano spunti di riflessione per ognuno di noi che ha a cuore il cammino dei nostri ragazzi.
Buon Natale e buon lavoro per l’anno che viene.. e BUONA SCUOLA per tutti . Sopratutto per quelli che ancora non sanno apprezzarla nel suo significato più profondo e universale.