L’anno scolastico è ricominciato. Ormai sono da trent’anni nel mondo della scuola e forse posso permettermi di fare un invito a colleghi e insegnanti.

Proviamoci.

Proviamo a smetterla con le lamentatio sulle cose che non funzionano. Le leggi, la burocrazia, i ministri, i soldi che mancano, ecc. Se ci sono questioni che avvertiamo come particolarmente urgenti, apriamo piuttosto un conflitto vero, mobilitiamoci insieme su una o due cose e facciamone una battaglia politica e sociale.

Ma, nel frattempo, proviamo a fare quello che possiamo fare. L’autonomia scolastica consente molto più di quello che si crede. Lo confermano le scuole che hanno avviato in questi anni profondi processi di rinnovamento e hanno dimostrato che cambiare la scuola dal basso si può. Di più, si deve. Lo dobbiamo ai nostri ragazzi, che meritano una scuola migliore, moderna e coinvolgente. Lo dobbiamo ai tanti insegnanti bravi e appassionati, che le scuole tristi e grigie mortificano tutti i giorni. Ma lo dobbiamo anche alla società in cui viviamo, che ha sempre più bisogno di giovani preparati e felici.

Proviamoci. Ma serve un atto di coraggio. Usciamo dalle nostre piccole emergenze quotidiane e prendiamoci del tempo per interrogarci sul senso di quello che stiamo facendo, su quale idea di educazione vogliamo mettere in campo. Troppe volte il mondo della scuola cammina su binari già segnati. Troppe volte applica il copia e incolla che tanto rimprovera ai ragazzi. Troppe volte diamo il peggio di noi.

Abbiamo urgente bisogno di riattivare le nostre passioni, di liberare le nostre intelligenze, di ricominciare a credere nei nostri studenti e nei nostri insegnanti. Altrimenti rischiamo di ritrovarci in una palude che ci ucciderà tutti dalla noia, adulti e ragazzi. Facciamo in modo che l’anno appena iniziato sia diverso da quello precedente. Sorprendiamoci e sorprendiamo. La scuola è nelle mani di chi la abita tutti i giorni. Costruiamo una casa bella e accogliente, su misura dei nostri desideri. Una casa dove ci fa piacere stare. E smettiamola di perderci in chiacchiere, spesso belle e inutili. Misuriamoci invece sui fatti. Ognuno porti la ricchezza della sua esperienza. Mettiamo insieme le storie di studenti, insegnanti, Ata e presidi, ma anche di professionisti esterni che vogliono contribuire a migliorarla, e costruiamo una bella storia collettiva di scuola.

Proviamoci. E magari ci riusciremo.

Buon anno scolastico a tutti!