Lo dico subito, questo è un pezzo politicamente scorretto. Che qualcuno potrà pensare ispirato da un sentimento di antipolitica. In realtà è il contrario. Proprio perché la politica è una cosa seria, occorre pretendere serietà da chi la fa.
Parliamoci con franchezza. Fatte salve alcune singole persone, alla politica della scuola non importa nulla. Alla politica tutta. Di destra, di centro e di sinistra. Da molto tempo ormai. Non a caso le maggiori risorse vengono destinate ad altri settori, non a caso siamo in fondo alla classifica europea per fondi all’istruzione. Oggi, poi, la scuola è sparita dal tavolo. Se ne parla solo in relazione al Covid. Le mascherine, i distanziamenti, le quarantene. Ma della scuola, quella vera, non si discute. Non c’è un pensiero, non c’è una visione, non ci sono idee, non ci sono progetti. Ogni tanto qualcuno si sveglia e dice una cosa. Sulla tecnologia, sull’edilizia, sulla dispersione. Così, estemporaneamente. Per fare bella figura. Per dimostrare che quella la sa. In realtà non sa nulla. I partiti parlano di scuola senza saperne nulla. Infatti spesso dicono una marea di banalità, di luoghi comuni. Ogni tanto poi organizzano un bel convegno, fanno una bella iniziativa, enunciano alcune belle dichiarazioni di principio e tornano a casa contenti. Ma tutto rimane come prima.
Il problema è che nelle scuole i politici non entrano mai. Per molti l’ultima volta è stata quando hanno preso la maturità. Poi ogni tanto capita che qualcuno faccia una passerella. Perché visitare una scuola fa figo. Perché una foto con i bambini fa audience. Se ai politici importasse davvero della scuola, verrebbero a vedere quello che succede realmente, ascolterebbero gli studenti, gli insegnanti, i presidi, il personale Ata. Cercherebbero di capire le loro esigenze, di studiare i problemi, di trovare soluzioni. Invece non si vede nessuno. Un’assenza assordante. Nel frattempo noi andiamo avanti. Nonostante le mille difficoltà, la poca considerazione, gli stipendi inadeguati, la burocrazia ottusa. Allora o cambiate atteggiamento o vi chiederei una cortesia. Se non vi va di interessarvi a noi, se non volete occuparvi seriamente di scuola, continuate pure a ignorarci. Ma almeno risparmiateci l’ipocrisia. Smettetela di dire che la scuola è una priorità del Paese. Ripristiniamo almeno la decenza della verità.