Qualche tempo fa mi sono trovato nel cortile di una scuola. Un genitore era andato a prendere il figlio all’uscita. «Dai, ti porto a mangiare fuori». «Meglio di no, babbo. Preferisco andare a casa, domani ho una verifica e ho molto da studiare». «E a me che me ne fotte, io ho fame». Testuale. Nel mese di maggio una coppia di genitori mi chiede un appuntamento. Hanno visto i voti del figlio e sono preoccupati. Gli insegnanti mi raccontano che nel corso dell’anno li hanno cercati a lungo, ma non si sono mai visti. «Preside, chiederemmo che ci veniate incontro e che non bocciate nostro figlio». «La promozione non si ottiene su richiesta. E comunque, scusate, ma dove siete stati finora?». Tutti i giorni ci sono genitori che accompagnano figli grandi, anche maggiorenni, fino dentro il cortile della scuola creando intasamenti e code. Quando capitano imprevisti nei viaggi di istruzione o negli stage, a chiederci spiegazioni non sono i figli, ma i genitori. Con una certa frequenza succede che un padre o una madre chiamino la mattina per lamentarsi che il figlio ha preso un’insufficienza. Ingiusta, ovviamente. «Mi scusi, sono le 9.30, ma come fa a saperlo?». «Mio figlio è uscito dall’aula e mi ha subito telefonato per raccontarmelo. E ora io contatto lei perché intervenga». «Mi spiace, le cose non funzionano così».
Continuamente i genitori si sostituiscono ai figli, riferiscono cose a nome loro, cercano di risolvere problemi che le ragazze e i ragazzi potrebbero benissimo affrontare da soli. Non sono fra quelli che si lamentano dei genitori, rimpiangendo i tempi in cui stavano sempre dalla parte degli insegnanti contro i figli. Ritengo stupide le battute di chi, in ambito scolastico o sportivo, preferirebbe che fossero tutti orfani. E trovo sbagliato che le famiglie vengano tenute fuori dalla scuola o dai campi sportivi, come chiede qualcuno. Se siamo una comunità, tutti devono poter dire la loro e dare un proprio contributo. Anche perché molte famiglie sono straordinariamente corrette. Ma ognuno deve rispettare il proprio ruolo e assumersi le proprie responsabilità. Tutti dovremmo essere più attenti ai nostri comportamenti. A cominciare dai genitori. Lo si capisce da un piccolo segnale. Non di rado ci capita di commentare che i ragazzi, tutto sommato, non sono poi venuti su così male, considerando gli adulti che hanno intorno.