Nei giorni scorsi mi è capitato di parlare di fascismo e antifascismo alla libreria Feltrinelli di Firenze, invitato da Luca Starita, giovane, cortese e dinamico direttore. Ho dialogato con lui, Sascha Naspini e Davide Coppo, che hanno scritto storie diversamente legate al fascismo. In “Villa del seminario” Naspini rivela un fatto realmente accaduto in Toscana nel 1943, mentre Coppo nel romanzo “Dalla parte sbagliata” racconta il percorso umano di un adolescente degli anni 2000 che si avvicina a movimenti neofascisti. A un certo punto ci siamo chiesti: ma come si dovrebbe parlare oggi di fascismo nelle scuole?

Personalmente credo che intanto dovremmo partire da un dato di fatto. Che ci piaccia o no, il fascismo non è un tema che appassiona gli studenti, fatta eccezione per piccoli gruppi di destra e di sinistra. Non essendoci più in famiglia persone che possano raccontare storie direttamente vissute, è ormai percepito da loro come un evento di una storia lontana, ormai passata. Tenendo conto di questa situazione, ritengo che rimangano aperte solo due strade.

La prima è storica. Abbiamo il dovere di tenere comunque viva la memoria di quello che è successo, analizzando con la massima obiettività tutte le dittature, in particolare quelle che si sono realizzate nel nostro Paese, che naturalmente ci riguardano più da vicino per motivi sociali e culturali.

La seconda è legata al nostro modo di fare scuola. Se vogliamo salvaguardare la nostra democrazia, dobbiamo praticarla. La scuola deve essere il luogo di tutti. Di adulti e ragazzi di destra e di sinistra, cattolici e laici, moderati e radicali. E anche di chi è indifferente alla politica. Tutti devono potersi esprimere liberamente e sentirsi rispettati. Solo se la smettiamo di essere sempre giudicanti, possiamo provare a fare educazione e a rendere la scuola un vero laboratorio di democrazia. Invitare tutti i partiti politici in occasione delle elezioni o sperimentare le gare di retorica, nelle quali gli studenti imparano ad argomentare per sostenere le proprie posizioni e replicare a tesi diverse sono esempi di quello che si potrebbe fare concretamente.

Ricordare il passato e dialogare con le idee degli altri sono in fondo gli unici modi per definire il perimetro del vivere civile, creando gli anticorpi contro il fascismo e qualunque altra dittatura.