Scrutini primo quadrimestre. Classe difficile. Intervengono molti insegnanti, con punti di vista diversi. «Con questi ragazzi non riesco a lavorare. Non stanno mai attenti, disturbano, guardano il cellulare, entrano in ritardo, chiedono continuamente di uscire». «È vero, è una classe complicata, ma ci sono storie umane particolari da considerare, vanno presi per il verso giusto». «Alcuni sono pieni di rapporti disciplinari. In questa scuola non si sospende mai nessuno, ma qualcosa bisognerà fare». Mi tocca intervenire. «Per la verità qualche volta abbiamo sospeso, ma molto di rado. Chi pensa che i problemi si risolvano con le sospensioni si illude, tanto è vero che i ragazzi sospesi ricominciano spesso come prima. Educare è faticoso, non esistono soluzioni magiche». Interviene ancora un’insegnante. «Abbiamo una sperimentazione che consente compresenze. Ne approfitterei. Essere in due aiuta a gestire le situazioni e a fare una lezione diversa». Tutti convengono.

Il giorno dopo decido di andare in classe. Quando entro, nessuno si alza in piedi, ma tutti ammutoliscono, anche se sanno che non sono un preside che mette paura. Inizio il mio pistolotto amorale.

«Ragazzi, non sono qui a fare prediche, che credo non servano a niente. Voglio solo fare il punto della situazione. Sapete benissimo come stanno le cose. Alcuni di voi sono a rischio bocciatura. Altri hanno comportamenti sbagliati, che non consentono ai compagni di seguire e agli insegnanti di fare lezione serenamente. In scuole più severe sarebbero stati sospesi. Noi non crediamo alle sospensioni, ma dovete imparare ad assumervi le vostre responsabilità. Se continueranno comportamenti di disturbo, dovremo prendere provvedimenti. Cerchiamo di evitarlo. Gli insegnanti sono affezionati a voi e dispiaciuti di questa situazione. Possiamo mettere un punto sul passato e tenere conto di un atteggiamento diverso. Siamo ancora a metà anno scolastico, c’è tempo per cambiare e noi abbiamo fiducia che possiate farlo. Ma la vita è vostra, tocca a voi decidere cosa volete fare». Fine del pistolotto. «Avete qualcosa da dire?». Silenzio. «Capisco che con me non abbiate confidenza. Riflettete ed eventualmente parlate con i vostri insegnanti. Ciao ragazzi». «Ciao preside», rispondono in diversi.

Nei pistolotti morali non credo affatto. In quelli amorali un po’ di più. Ma, se saranno serviti a qualcosa, lo scopriremo presto.