In questi giorni ho visto “Non essere cattivo”, l’ultimo film di Claudio Caligari. Duro e bellissimo. Racconta di un’umanità della quale troppo spesso ci dimentichiamo. Magari molti di noi non la incontrano in famiglia o nel giro di amicizie che frequentano. Ma esiste ed è una parte importante della nostra società. Nemmeno troppo piccola. Chi lavora nella scuola dovrebbe ricordarsi che alcuni dei nostri ragazzi provengono da quei contesti. Dove si trovano droga, violenza, disagio economico, degrado sociale e culturale. E dovremmo conoscere di più quei contesti se vogliamo entrare in relazione con i ragazzi che vivono lì. Altrimenti le nostre parole e i nostri agiti suoneranno vuoti, estranei. “Non essere cattivo” commuove e fa riflettere. Sugli amori, sull’amicizia, sui lutti, sul lavoro. E’ in fondo un film sulla vita e sulla morte. E sulla possibilità di riscatto. Perché essere cattivi può non essere un destino. Ma servono il coraggio di cambiare e la fortuna di incontrare le persone giuste. Anche a scuola un compagno, un insegnante, un preside, un custode possono rappresentare le persone giuste. Basta avere la consapevolezza e la voglia di esserlo. E liberarsi di un po’ di snobismo.