«Preside, un nostro compagno non può venire in gita perché la sua famiglia ha difficoltà economiche. Vorremmo fare una raccolta di soldi e pagare noi la sua quota. Possiamo?». «Ragazzi, è una cosa molto bella, ma un po’ delicata. Non tutti hanno piacere di ricevere un aiuto perché a volte si sentono a disagio, in imbarazzo. In passato è capitato. Quindi prima dovete trovare il modo di parlare con il vostro amico e capire se lui è sereno rispetto a questo vostro gesto. Comunque, grazie per averci pensato». Nei giorni successivi vengo a sapere che i ragazzi si sono parlati e che il loro compagno parteciperà al viaggio. Un altro studente, nel frattempo, ha ceduto il valore del suo voucher a una compagna e hanno deciso che lei gli avrebbe restituito la somma corrispondente quando avrebbe potuto.
Una studentessa mi manda una mail. «Le scrivo per farle una richiesta forse un po’ insolita da parte di una ragazza di sedici anni. Sono alla ricerca di un lavoro dopo scuola per aiutare i miei genitori con le spese, per dare anche io, nel mio piccolo, un contributo». La convoco. Mi spiega che la sua famiglia non è in condizioni di indigenza, ma deve fare delle rinunce. «Ad esempio, nel fine settimana i miei non escono con le altre famiglie perché non possono permetterselo. Per questo mi piacerebbe dare una mano». «Apprezzo molto le tue intenzioni. Non è facile però trovare proposte di attività retribuite compatibili con lo studio a scuola, ma, se ho notizie di qualche offerta, ti terrò senz’altro presente».
Uno studente ferma un suo insegnante. «Prof, questo mio compagno di un’altra classe non ha capito bene gli asintoti. Glieli potrebbe rispiegare lei?». E fissano per il pomeriggio successivo.
Arrivano alcune compagne di Viola, una studentessa venuta a mancare qualche mese fa per una grave malattia. «Preside, vorremmo scrivere un messaggio per Viola su uno dei muri della scuola, magari vicino alla nostra aula. Possiamo?». «D’accordo, scegliete la frase e poi ci organizziamo». Qualche giorno dopo mi mandano una mail. «Avevamo pensato semplicemente a “racconteremo di te” con otto farfalle viola che volano attorno (rappresenterebbero noi otto amiche)».
A scuola tutti i giorni si promuove la cultura della pace praticando gesti di fratellanza e solidarietà. È la nostra risposta, forte e concreta, a chi crede ancora nella guerra.