Le ragazze e i ragazzi sono bellissimi. Oggi vorrei dire questo. La narrazione di una generazione anaffettiva, ignorante e viziata è falsa e ingiusta.
Negli ultimi giorni di scuola la loro umanità si rivela una volta di più. Regalano mazzi di fiori agli insegnanti che hanno amato. Abbracciano i custodi che gli sono stati vicini. Ringraziano il preside per i meravigliosi anni passati a scuola. E scrivono lettere. Con parole come queste.
«Salve prof, ero un po’ indecisa se scriverle questo messaggio, un po’ perché devo ancora realizzare tutto e scriverle è come un secchio d’acqua gelida addosso, un po’ perché mi piaceva pensare che ci fosse questo silenzio tra di noi che però racchiude così tante emozioni e pensieri che solo noi sappiamo. Ho deciso di rompere questo silenzio perché mi ritengo molto fortunata. Nell’immaginario di noi ragazzi, in generale, la scuola non è un bel posto, non viene vissuta bene e i professori sono come macchine senza emozioni che non cercano di comprenderci. Voi ci avete dimostrato il contrario, e di questo vi siamo tutti molto grati».
«Per me lei non è stata soltanto una professoressa, è stata una persona che mi ha aiutato tanto non solo a livello scolastico ma anche a livello umano, mi ha insegnato che il rapporto tra studente e docente si può non limitare al voto su un registro, ma che ci può essere anche molto altro. Nei suoi occhi mi sentivo rassicurata e spronata a fare sempre meglio».
«Lei c’è stata. Sempre. A volte con il silenzio, a volte con una battuta… E io mi sentivo finalmente vista. Ha fatto rinascere in me l’amore per la scuola, la curiosità dell’apprendere, mi ha insegnato che non tutto è assoluto, che bisogna interrogarsi, mettersi in discussione. Mi ha aiutata a crescere, ma anche a ritrovare quella parte bambina in me che aveva bisogno di respirare, di tornare a sorridere, senza però venir meno al proprio senso di responsabilità. Non so se sarei qui, oggi, senza di lei».
Ecco in poche parole il senso della scuola. Ecco le nostre studentesse e i nostri studenti. Bellissimi, come i loro insegnanti.Le ragazze e i ragazzi sono bellissimi. Oggi vorrei dire questo. La narrazione di una generazione anaffettiva, ignorante e viziata è falsa e ingiusta.
Negli ultimi giorni di scuola la loro umanità si rivela una volta di più. Regalano mazzi di fiori agli insegnanti che hanno amato. Abbracciano i custodi che gli sono stati vicini. Ringraziano il preside per i meravigliosi anni passati a scuola. E scrivono lettere. Con parole come queste.
«Salve prof, ero un po’ indecisa se scriverle questo messaggio, un po’ perché devo ancora realizzare tutto e scriverle è come un secchio d’acqua gelida addosso, un po’ perché mi piaceva pensare che ci fosse questo silenzio tra di noi che però racchiude così tante emozioni e pensieri che solo noi sappiamo. Ho deciso di rompere questo silenzio perché mi ritengo molto fortunata. Nell’immaginario di noi ragazzi, in generale, la scuola non è un bel posto, non viene vissuta bene e i professori sono come macchine senza emozioni che non cercano di comprenderci. Voi ci avete dimostrato il contrario, e di questo vi siamo tutti molto grati».
«Per me lei non è stata soltanto una professoressa, è stata una persona che mi ha aiutato tanto non solo a livello scolastico ma anche a livello umano, mi ha insegnato che il rapporto tra studente e docente si può non limitare al voto su un registro, ma che ci può essere anche molto altro. Nei suoi occhi mi sentivo rassicurata e spronata a fare sempre meglio».
«Lei c’è stata. Sempre. A volte con il silenzio, a volte con una battuta… E io mi sentivo finalmente vista. Ha fatto rinascere in me l’amore per la scuola, la curiosità dell’apprendere, mi ha insegnato che non tutto è assoluto, che bisogna interrogarsi, mettersi in discussione. Mi ha aiutata a crescere, ma anche a ritrovare quella parte bambina in me che aveva bisogno di respirare, di tornare a sorridere, senza però venir meno al proprio senso di responsabilità. Non so se sarei qui, oggi, senza di lei».
Ecco in poche parole il senso della scuola. Ecco le nostre studentesse e i nostri studenti. Bellissimi, come i loro insegnanti.
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