L’ultima immagine di scuola del 2020 che porto con me è quella di uno studente. Mi chiede un appuntamento. Entra in presidenza con a fianco una sua insegnante. Un bel ragazzo, dall’aria gentile e garbata. «Preside, sono qui per un consiglio. Vivo con mio padre, che è finito in una brutta vicenda personale. Adesso non si può muovere da casa e ha perso il lavoro. Ci troviamo in difficoltà economiche e non posso tirarmi indietro. Voglio dare il mio contributo, andando a lavorare per portare soldi a casa. Dopo aver mandato decine di curriculum, mi è arrivata una proposta per fare il rappresentante. Non è quello per cui ho studiato, ma di questi tempi va benissimo. Mi ritengo molto fortunato. So che la scuola è importante per il mio futuro e intendo terminarla, però in questo momento non posso frequentare con regolarità. Vorrei capire con lei quali strade sono possibili». Mi fa intuire vicende familiari, senza entrare nel dettaglio. Io non chiedo. L’esperienza ormai aiuta a capire che il rispetto assoluto della privacy è fondamentale per salvaguardare le relazioni. Ci confrontiamo piuttosto sui risvolti scolastici e analizziamo la flessibilità che ha sugli orari di lavoro. «Se in alcuni giorni della settimana riesci a venire a scuola la mattina e lavorare di pomeriggio, forse ce la puoi fare a non superare il tetto massimo di assenze. Noi comunque ti sosterremo in tutti i modi possibili. Ci vorrà però un grande impegno da parte tua». «L’impegno non mi spaventa. Mi farebbe molto piacere rimanere in contatto con i miei compagni e i miei insegnanti».
In questo difficile periodo ci sono storie straordinarie che non sospettiamo. E molte di queste storie hanno per protagonisti i ragazzi. Ragazzi molto diversi da come vengono dipinti nell’immaginario comune. Ragazzi che reagiscono di fronte alle difficoltà, ma che hanno bisogno del nostro aiuto. Spetta a noi adulti sostenere la loro energia e non reprimerla, come troppe volte accade, ritrovando lo spirito di comunità auspicato dal Presidente Mattarella nel suo recente discorso. Per un anno davvero nuovo, gli auguri fanno piacere. Ma poi a contare saranno le azioni e i gesti concreti di ognuno di noi.