Ultimi giorni di scuola.
Un professore si deve assentare per ragioni familiari. Avviamo le convocazioni dalle graduatorie per cercare un supplente. Molti non rispondono. Un primo insegnante comunica l’intenzione di accettare. Il giorno dopo dovrebbe prendere servizio, ma pochi minuti prima manda una mail in cui dice che ci ha ripensato e che rinuncia. Riconvochiamo. Ma un secondo e poi un terzo docente fanno la stessa cosa. Prima accettano, poi rinunciano. Risultato: i ragazzi sono senza insegnante in giorni delicati, nei quali ci dovevano essere le ultime lezioni e verifiche. È evidente che qualcosa non torna in questo sistema.
Numerosi studenti vengono in presidenza a lamentare che alla fine dell’anno si concentrano tante verifiche tutte insieme. Troppe. Dicono che non ne possono più e che gli insegnanti dovrebbero organizzarsi meglio. Alcuni rappresentanti chiedono poi il cambio di insegnanti con i quali si sono trovati male.
Chiamano anche i genitori. In genere, preoccupati per i figli che rischiano di perdere l’anno, contestano i voti di qualche docente. Quando approfondisco, capita spesso che confessino di non essersi mai fatti sentire prima.
Anche gli insegnanti sono in agitazione. Lamentano assenze strategiche di alcuni studenti in corrispondenza delle verifiche e l’atteggiamento di chi vorrebbe recuperare il mancato studio di tutto l’anno con una interrogazione volontaria a fine maggio.
Gli ultimi giorni di scuola sono un termometro di come stiamo messi. Non benissimo, verrebbe da dire. Tutti siamo sotto stress perché c’è un concentrato di troppe cose, didattiche e burocratiche. Le responsabilità sono molte e distribuite. Ognuno di noi dovrebbe cambiare qualcosa. Gli studenti dovrebbero imparare a studiare con maggiore regolarità, evitando le corse dell’ultimo minuto. I consigli di classe dovrebbero coordinarsi per distribuire meglio i carichi di lavoro. I presidi dovrebbero ridurre al minimo il peso della burocrazia. Il ministero dovrebbe rivedere alcune procedure.
È l’ennesimo segnale che la scuola ha urgente bisogno di rinnovarsi.
29 Maggio 2025 alle 10:20
Buongiorno signor Preside,
l’ho letta con molto interesse e condivido lo spirito di quanto scrive.
Finisce un anno scolastico che per come si è svolto lascia anche a me l’amaro in bocca, come molte delle cose che stanno accadendo nel mondo e segnano il cielo del nostro quotidiano con la scia oscura di una cattiva cometa
Quelli che sono i miei pensieri e che ho condiviso con lei nelle mie risposte ai suo vari articoli lei ormai li conosce. Più volte le ho esposto la mia inquietudine, con i riferimenti delle mie esperienze scolastiche vissute da ambo i lati della barricata.
Molte cose, molti atteggiamenti, molte concessioni eccessive ai ruoli, molto male di vivere, molto isolamento e smarrimento oggi. Molto silenzio quando si deve parlare, molto chiasso e interventi fuori luogo quando invece il silenzio e il rispetto dei ruoli stessi potrebbero appianare asperità e permettere reciproche modifiche di intervento..
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso quest’anno è la enorme mole di vacanze che la scuola ha fatto. Nel nostro istituto le vacanze pasquali sono iniziate il 16 aprile e con la festa del 25 aprile si sono prolungate fino al 28 per poi fermarsi ancora con il ponte del primo maggio…. e altre scuole, magari, le hanno prolungate. Tralasciando il conto delle feste comandate il resto lo hanno fatto poi scioperi vari, eventi atmosferici da tenere sotto controllo, votazioni e referendum.
Signor Preside… le vacanze sono belle , sono sinonimo di riposo, di “riapertura” delle case al mare o in montagna, di belle dormite al mattino dopo serate conviviali con parenti e amici, ma quando assumono un significato diverso, quello di “INTERRUZIONE”, i problemi che causano poi a breve ci ritornano contro e ci inciampiamo…
I ragazzi, e anche noi che lavoriamo, siamo macchine che hanno bisogno di mantenere il motore”acceso” per affrontare la strada su un buon rettilineo o su terreni accidentati, e se restiamo troppo a lungo in stand-by il motore si ingolfa e fa fatica a ripartire.. Questo non solo vale per la scuola, ma anche per noi, per il nostro Paese e per la sua zoppicante economia…
Che i ragazzi si lamentino di verifiche a tappeto e gli insegnanti si sentano il fiato sul collo per rispettare e terminare il programma previsto non è un fenomeno.E’ una CONSEGUENZA.
Il professore va avanti in fretta, i ragazzi non hanno il tempo giusto per prepararsi a una buona verifica o a una interrogazione esauriente, rivedendo i punti più deboli o più tosti prima della prova, ma quel giorno devono fare i consueti compiti previsti , ripassare la materia per la verifica di domani ,dopodomani li aspetta un’altra verifica e il giorno dopo ancora ne devono affrontare un’altra ….
Ovviamente parlo dello studente serio e che fa il suo dovere durante l’anno. I cosidetti furbetti che aspettano il miracolo non li considero volontariamente anche se loro, lo sappiamo, sono un “fenomeno” a cui ormai siamo tutti abituati..
Cerchiamo, quindi, davvero per il prossimo anno di evitare queste lunghe pause e perdere giorni preziosi per tutti noi .. E facciamo che i ponti non si uniscano in un unico, ideale ed enorme Ponte dei Sospiri e non siano gli studenti e professori i condannati che devono attraversarlo…