In questi giorni nel mondo della scuola si è aperta una vivace discussione a partire da alcune dichiarazioni del Ministro Valditara, in particolare sulle verifiche, i compiti e l’educazione sessuale. Personalmente penso che gli scambi di idee siano sempre positivi e rappresentino una grande occasione per chiarire i vari punti di vista e i compiti della scuola.

Partiamo da un assunto che dovrebbe trovarci tutti d’accordo. La scuola è innanzitutto il luogo della conoscenza, dove gli adulti trasmettono quello che sanno e costruiscono il sapere insieme ai propri studenti perché quel sapere ormai è in continua trasformazione e richiede una messa in discussione da parte di tutti. Adulti, ragazzi e istituzioni.

In secondo luogo, dovremmo condividere che, se la scuola è il luogo della conoscenza, a scuola si dovrebbe poter parlare di tutto senza censure perché tutto è conoscenza, tutto è occasione di apprendimento. Conoscenza è certamente il sapere disciplinare tradizionale, quindi l’italiano, la matematica o l’inglese, ad esempio. Ma lo sono anche le guerre, il razzismo, l’alimentazione, la politica, la sessualità e ogni tema avvertito come importante da adulti e ragazzi.

La questione allora, secondo me, non è se a scuola si possa parlare di tutto o solo di alcune cose. Se vogliamo che sia uno spazio libero, in contatto con l’attualità e la nostra vita reale, qualunque argomento può essere affrontato. La questione è come si parla delle cose. La scuola non può essere il luogo delle ideologie, non si fa propaganda, non si promuovono tesi precostituite. È il luogo dove si studia, ci si documenta e si confrontano tesi diverse, a partire dai dati di realtà storici e scientifici.

Inoltre, se a scuola si può parlare di tutto, dovremmo occuparci anche delle nostre emozioni, imparare a capire come stiamo, a gestire il nostro malessere, a prenderci cura di noi stessi e degli altri.

Discutiamo allora tutti insieme non di quali temi si possano trattare, ma di come farlo rispettando il pluralismo delle idee che contraddistingue una scuola democratica.